Medicina Funzionale/Bioelettronica
La medicina funzionale rappresenta un particolare ambito della medicina naturale che indaga attraverso l’uso di speciali apparecchiature i fenomeni fisici elettrici, elettromagnetici e quantistici che fanno capo alla fisiologia e alla patologia umana, al fine di effettuare valutazioni basate non più sulle metodiche classiche della medicina ufficiale ma su concetti propri di alcune importanti branche della medicina complementare, le quali considerano l’organismo umano non solo come un insieme di organi e apparati, ma anche come un sofisticato intreccio di energie che interagendo tra loro danno luogo a quell’equilibrio necessario indispensabile per il mantenimento della buona salute.
Compito della medicina funzionale è quello di individuare appunto i “disturbi energetici funzionali” ovvero quei disturbi sottili, precoci, che si manifestano in mancanza di patologia e quindi non rilevabili clinicamente, ma ritenuti anticipatori del danno organico.
Il “disturbo energetico funzionale” è quindi un disturbo di regolazione che si manifesta a seguito della mancata capacità di adattamento dell’organismo umano di rispondere a un determinato stimolo, sia esso interno o esterno e di qualsivoglia natura.
La stragrande maggioranza delle persone sofferenti soffre di disturbi funzionali e pertanto non diagnosticabili attraverso le normali procedure della medicina ufficiale: si tratta di tutte quelle persone che vengono etichettate con il termine di “malati psicosomatici” (una volta “malati immaginari”) e che, quindi, oltre al fatto di non ricevere cure appropriate, non godono di un riconoscimento ufficiale della loro malattia, con tutte le conseguenze che questo può comportare in ambito familiare, sociale e lavorativo.
Grazie alla medicina funzionale è possibile rilevare gli impercettibili squilibri associati ai vari organi o apparati dell’organismo umano. Ciò avviene tramite l’impiego di apparecchiature bioelettroniche semplici e versatili in grado di misurare i fenomeni bioelettrici. Queste apparecchiature si basano sul principio che, un organismo malato e quindi in uno stato non ottimale di equilibrio rispetto all’ambiente, fornisca una reazione bioelettrica anomala come risposta alle perturbazioni elettromagnetiche provocate dall’apparecchio stesso (test bioelettronico). Il fenomeno si esplica attraverso l’interazione di risonanza tra oscillazioni elettromagnetiche prodotte dai tessuti e dagli organi e campi esterni di minima intensità forniti dall’apparecchio.
Questo tipo di diagnostica, per niente invasiva, tramite il posizionamento di appositi elettrodi su particolari punti della pelle, permette di effettuare un check up bioenergetico completo grazie al quale è possibile individuare eventuali squilibri funzionali indicativi dello stato di malessere e anticipatori a volte di patologie ancora non conclamate. Le apparecchiature di cui si avvale sono diverse e possono sfruttare a seconda della tipologia sia i segnali elettrici indotti, sia la biorisonanza. Tra queste le più note sono l’EAV (elettroagopuntura secondo Voll), il Vegatest, il Bicom, il Mora, il QXCI (quantum xrroid consciousness interface). Alcune di queste oltre che a scopo diagnostico possono essere impiegate anche come strumenti terapeutici in quanto capaci di intervenire direttamente sul disturbo di regolazione.